Sunday, May 31, 2020

Step #14 - Spazio nella cronaca

Testata digitale dell'agenzia ANSA, 31 maggio 2020


Dopo 9 anni dall'ultima missione Space Shuttle, gli americani sono riusciti a portare umani in orbita grazie ai privati, in particolare a SpaceX di Elon Musk.
La Crew Dragon è partita il 30 maggio dalla stazione di Cape Canaveral portando con sè gli astronauti Doug Hurley e Bob Behnken diretti verso la Stazione Spaziale Internazionale. 
Con questa missione si apre una nuova frontiera con la partecipazione di aziende private, che limiteranno i costi statali per la ricerca spaziale.

Friday, May 29, 2020

Step #21 - Nell'etica

Christopher Impey, un professore di astronomia dell’Università dell’Arizona, ha parlato delle implicazioni sociali ed etiche correlate all'esplorazione spaziale – per esempio quelle associate con l’astrobiologia, materia specifica che si occupa della ricerca e lo studio della vita altrove nello spazio.  L’astrobiologia necessita e congloba una serie di profonde domande sulla natura della vita, sul ruolo della vita nell’universo e sulla nostra relazione a qualsiasi tipo di altra vita nell’universo.
Ad esempio, in Star Trek, gli ufficiali della Flotta Stellare devono prestare giuramento alla Prima Direttiva che afferma che non si deve interferire con lo sviluppo naturale delle civiltà aliene mentre si esplora l'universo. 
Non abbiamo ancora trovato la vita su un altro pianeta, anche se spero possa succedere presto, ma in caso dovesse succedere, dobbiamo stare attenti a non contaminare nuove terre ed esseri viventi. Uno dei pericoli delle esplorazioni spaziali, infatti, è quello di portare fuori dalla Terra organismi terrestri, anche solo batteri, e rendere inutili i campioni raccolti per la ricerca. Esiste anche il pericolo contrario, cioè portare sulla terra germi estranei, infatti fino a pochi anni fa gli astronauti tornati sulla Terra dovevano stare in quaratena per un paio di settimane.

Lo Spazio nell'architettura

Nella storia dell’architettura troviamo tre concezioni dello spazio: a parte le differenze fondamentali esse hanno un aspetto in comune ovvero il predominio della verticale.
Le concezioni storiche e prearchitettoniche dello spazio non conoscono il predominio della verticale: nelle pitture preistoriche gli animali non sono disposti lungo una linea orizzontale ben precisa.
Strettamente collegato con l’avvento dell’architetura è l’introduzione della verticale che comporta anche la presenza dell’orizzontale.

- La prima concezione di spazio è l’architettura come espressione plastica ed è strettamente collegata alla più evoluta tra le prime civiltà: l’architettura greca; infatti per quanto concerne le forme espressive, l’architettura greca appartiene alla prima concezione dello spazio: l’architettura intesa come scultura.

-La seconda concezione dello spazio è l’architettura come spazio interno.

Si può affermare che l’antichità romana, il Medioevo, il Rinascimento e il Barocco condividono la stessa concezione dello spazio nonostante le diversità stilistiche e formali. L’interesse della seconda concezione dello spazio è rivolta allo spazio interno, alla sua escavazione per ricavarne maggior volume e alla sua apertura mediante l’introduzione di finestre: dal Phanteon romano fino al secolo XVIII gli spazi interni subiscono un continuo processo di perfezionamento, dalle grandi finestre delle terme romane, alle alte e colorate vetrate del periodo gotico, e infine le facciate continue in vetro del nostro periodo testimoniano la continua ricerca della luminosità.


-La terza concezione dello spazio è l’architettura come espressione plastica e come spazio interno.



Il XX secolo porta avanti il processo tecnologico e lo introduce nel contesto umano, simile a ciò che si puo notare nella transizione dalla Roma repubblicana a quella imperiale. Inizialmente l’architettura della terza concezione dello spazio si basa sul principio di superficie piana e un esempio dal passaggio dalla fase iniziale a quella successiva della terza concezione dello spazio è costituito dal Padiglione svizzero alla Citè Universitaire di Parigi, costruito nel 1930-’32 da Le Corbusier.

Nel contesto della terza concezione dello spazio ora esaminata sono poche le costruzioni che rappresentano una vera sintesi tra volume e spazio interno: ne è un esempio l’Operahouse di Utzon a Sidney iniziata nel 1957 che crea un gioco di liberi e vivaci rapporti tra interno ed esterno.


(Le tre concezioni dello spazio in architettura, di Siegfried Giedion, 1998)

Wednesday, May 27, 2020

Step #20 - Nello Zibaldone

"[...] non vede, che quell’albero, quella siepe, quella torre gli nasconde, e va errando in uno spazio immaginario, e si figura cose che non potrebbe, se la sua vista si estendesse da per tutto, perché il reale escluderebbe l’immaginario. Quindi il piacere ch’io provava sempre da fanciullo, e anche ora, nel vedere il cielo, ec. attraverso una finestra, una porta, una casa passatoia, come chiamano. Al contrario, la vastità e moltiplicità delle sensazioni diletta moltissimo l’anima."



La "teoria del piacere" leopardiana sostiene che l'uomo tende sempre a provare un desiderio infinito, non soddisfacibile con i piaceri finiti, e ciò provoca dolore nell'uomo. La ricerca dell'uomo avviene soprattutto con l'immaginazione, figurandosi piaceri inesistenti e infiniti, procurando speranza e felicità, fornite dalla Natura stessa, ma di fatto illusorie.

(Zibaldone pdf)

Step #19 - Nell'utopia

Le società occidentali sono vissute in questi ultimi trent'anni accompagnate dall'emergere prepotente di uno spazio che si torna addirittura a difendere con mura, fisiche, giuridiche, persino architettoniche, come il tanto desiderato muro di Trump.  Dilaga il desiderio di avere un proprio spazio da proteggere, sinonimo di una società che funziona, ma in un certo senso appartiene al pensiero utopico. Basti pensare all'Isola di Utopia di Thomas More, uno stato perfetto protetto dall'oceano, 

Ed è questo che le correnti di destra vogliono realizzare: una società chiusa in sè stessa, con la propria economia, che non accetta aiuti, una società utopica e fallimentare in un mondo globalizzato come il nostro, in cui uno stato esiste ed è potente in base alle relazioni che ha con l'estero. 

Monday, May 25, 2020

Step #18 - Nella filosofia contemporanea

"Il disporre dello spazio che caratterizza l'uomo, l'essere affidato allo spazio, l'essere-nel-mondo, anche oggi non viene colto quasi per nulla. Così accade per l'esistenzialismo, quello ateo di Sartre come quello cristiano, che fraintende totalmente il fenomeno dell'essere-nel-mondo, nel loro modo di pensare questa espressione significa: l'uomo è nel mondo come la sedia è nella stanza e l'acqua è nel bicchiere.[...] L'uomo non fa lo spazio, lo spazio non è neanche un modo soggettivo dell'intuire; non è però neanche alcunché di oggettivo come un oggetto. Piuttosto, lo spazio, per fare spazio come spazio, necessita dell'uomo. Questo misterioso rapporto, che non concerne solo il riferimento dell'uomo allo spazio e al tempo bensì il riferimento dell'essere all'uomo."

(M. Heidegger, "Corpo e spazio, osservazioni su arte-scultura-spazio")

Con queste parole Heidegger vuole dire che l'uomo e lo spazio sono connessi, ma che il pensiero filosofico non è riuscito a cogliere il vero significato di questo legame. L'uomo non è nello spazio come un ente, poichè egli è un essere-nel-mondo. Il filosofo tedesco vuole distruggere la divisione soggetto-oggetto affermando che  l'uomo è il luogo in cui il luogo stesso si accorge della propria esistenza.

(Fonte: http://www.asia.it/adon.pl?act=doc&doc=1158)

Thursday, May 21, 2020

"Dopo un'occhiata a questo pianeta qualsiasi visitatore dallo spazio esterno direbbe: "Voglio vedere il direttore!""

-William Borroughs

Sunday, May 17, 2020

Step #17 - Abbecedario

Astronomia
Bidimensionale
Centro
Dimensione
Euclide
Figura
Geometria
Halley
Ipercubo
Keplero
Lunghezza
Misura
Navicella
Onda
Proiezione
Quantità
Retta
Stella
Tridimensionale
Universo
Volume
Zen

Thursday, May 14, 2020

Step #16 - Testimonial

Se penso allo spazio, la prima persone che mi viene in mente è Albert Einstein, colui che rivoluzionò la concezione di esso con le sue teorie. 

Nel 1905, pubblicò un articolo sulla teoria della relatività ristretta, in cui propose che spazio e tempo sono combinati in un unico costrutto, lo spazio-tempo. In questa teoria, la velocità della luce nel vuoto è la stessa per tutti gli osservatori, il che implica che due eventi simultanei per un particolare osservatore non saranno simultanei per un altro osservatore che si muove rispetto al primo. Inoltre, un osservatore misurerà per un orologio in movimento un ticchettare più lento rispetto a un altro orologio fermo; inoltre gli oggetti avranno misure diversi a seconda dell'osservatore.

Nel corso dei dieci anni successivi Einstein lavorò su una teoria della relatività generale, che è una teoria su come la gravità interagisca con lo spazio-tempo.  Einstein ha suggerito che la gravita fosse causata da una modifica della struttura geometrica dello spazio-tempo stesso.  Secondo la teoria generale,  i raggi di luce vengono curvati in presenza di un campo gravitazionale. Gli scienziati hanno studiato il comportamento di pulsar binarie confermando le previsioni delle teorie di Einstein, e per descrivere lo spazio-tempo viene di solito usata la geometria non euclidea.

Wednesday, May 13, 2020

“Lo spazio è la prigionia del corpo, il tempo è quella dello spirito.”

-Carlo Maria Franzero

Step #15 - Limiti dello sviluppo

Nel 1972 il MIT realizzò lo studio scientifico "Limits to Growth" ( Limiti allo sviluppo ) su commissione del Club di Roma, per studiare il problema della scarsità e del limite dello sviluppo. Lo studio dimostrò scientificamente l'esistenza di un limite invalicabile dello sviluppo economico a causa delle risorse esauribili, presenti in quantità fissa in natura. Il rapporto venne pubblicato da Donella Meadows. 

Secondo gli studiosi l'eccessiva crescita demografica ed economica si sarebbero scontrati con il limite delle risorse naturali, portando successivamente ad un blocco della crescita mondiale e ad una povertà dilagante in tutto il globo.

Uno degli aspetti affrontati è la limitazione degli spazi coltivabili per fare spazio alle abitazioni e ai centri di produzione, risultati ovviamente dalla crescita demografica e dell'economia. 
Possiamo considerarlo un paradosso; la popolazione aumenta, i bisogni aumentano, serve produrre più cibo, ma i terreni dispobili sono occupati da infrastrutture, fabbriche e case, costruite per far fronte all'aumento della popolazione. 

Una possibile soluzione è quella di costruire in verticale, anzichè in orizzontale. 
Un esempio è Hong Kong: è un piccolo stato, ma con una grande densità demografica. E' la città più alta del mondo, formata prevalentemente da grattacieli, in cui abitano milioni di cittadini.

Thursday, May 7, 2020

Step #13 -Spazio nell'ingegneria

Uno degli obiettivi dell'uomo è sempre stato quello di poter volare. Ci provò Da Vinci, con le sue macchine che simulavano il volo degli uccelli, ci provarono i fratelli Wright, inventando il primo aeroplano, per poi arrivare ai voli fuori dalla nostra atmosfera negli ultimi 70 anni. Tutto ciò è stato possibile tramite lo studio dello spazio e dei comportamenti dei corpi in esso. La meccanica di volo, su cui si basa l'ingegneria aerospaziale, ci ha permesso di raggiungere luoghi impensabili fino ad un secolo fa e darà sogni da perseguire alle prossime generazioni.

Non dimentichiamoci inoltre l'importanza della geometria, che è in sintesi lo studio dello spazio e delle dimensioni, che fa da base agli studi matematici e scientifici.

(Immagine: disegno degli appunti di Leonardo da Vinci)


Monday, May 4, 2020

Quante dimensioni esistono?

La natura tridimensionale dello spazio è così ovvia ed intuitiva che la maggior parte delle persone – anche degli scienziati – non smettono mai di pensarci. Ma nel 1921, un matematico tedesco di nome Theodor Kaluza ha proposto che il nostro intuito ci aveva ingannato: ha suggerito che lo spazio ha in realtà quattro dimensioni, e quindi lo spazio-tempo è a cinque dimensioni piuttosto che a quattro dimensioni. È arrivato a questa bizzarra conclusione, scoprendo un’incredibile fatto matematico mentre giocava con la parte più importante della fisica del periodo: la teoria della relatività generale di Albert Einstein.
Kaluza aveva preso le equazioni della teoria di Einstein, che sono state formulate per essere applicate alle familiari quattro dimensioni dello spazio-tempo, e le ha riscritte per essere applicate invece a cinque dimensioni. Perché? Beh, è ​​il tipo di cosa fanno i matematici. Ma il risultato è stato sorprendente. Visto dal punto di vista normale (a quattro dimensioni), le equazioni di Kaluza si riducono a quelle della teoria di Einstein, ma con un ulteriore set di termini (che descrive la dimensione extra).
Sorprendentemente, questi termini corrispondevano esattamente alla descrizione dell’elettromagnetismo che James Clerk Maxwell aveva pubblicato decenni prima. Con l’aggiunta di una dimensione extra di spazio, Kaluza aveva, a quanto pare, accidentalmente unificato la gravitazione e l’elettromagnetismo, due delle forze fondamentali della natura.
C’era solo un intoppo con questa teoria a cinque dimensioni: dove è la dimensione spazio extra? Noi non la vediamo. Come abbiamo potuto trascurare qualcosa di così fondamentale? Una risposta è arrivata qualche anno dopo da un fisico svedese, Oskar Klein. Forse, pensò Klein, non notiamo la quarta dimensione dello spazio, perché è arrotolata fino a una estensione molto piccola. Per capire cosa significa ciò, immaginiamo di visualizzare di lato una cannuccia, da una certa distanza. Sembra una linea unidimensionale. Solo ad un esame più attento vediamo che la linea in realtà è un tubo. Qualsiasi dato punto sulla ‘linea’ è in realtà un piccolo cerchio che fa parte del tubo. Klein ha affermato che la dimensione extra di Kaluza è nascosta così – e cioè che ciò che normalmente consideriamo punti senza dimensione nello spazio sono in realtà piccoli cerchi, l’aggiunta di una quarta dimensione troppo piccola da vedere o anche da notare negli esperimenti.

Sunday, May 3, 2020

Step #12 - Kant e lo spazio

"Lo spazio non è un concetto empirico, proveniente da esperienze esterne. infatti, affinché certe sensazioni siano riferite a qualcosa fuori di me (ossia a qualcosa che si trovi in un luogo dello spazio diverso dal mio), e affinché io possa rappresentarmele come esterne e accanto l'una all'altra - e quindi non soltanto come differenti ma come poste in luoghi diversi - deve già esserci a fondamento la rappresentazione di spazio [...] Lo spazio è una rappresentazione a priori, necessaria, che sta a fondamento di tutte le intuizioni esterne."
(Critica della ragion pura)


Kant non vede lo spazio come "attributo della materia" ma come una sostanza a sé, del tutto indipendente da essa. Lo considera come un "contenitore", una volta vuota, che ora ospita in sè la materia e i fenomeni, e di conseguenza procura le sensazioni all'uomo.

Per Kant la scienza che riesce a rappresentare lo spazio è la geometria, i cui giudizi sono sia sintetici, poichè derivano da calcoli, sia aprioristici, in quanto universali.
Afferma che lo spazio non può derivare dall'esperienza perchè essa presuppone l'esistenza dello spazio.
Lo spazio quindi non è né una realtà oggettiva né semplice relazione tra oggetti, ma è una forma della nostra mente, uno strumento con cui organizziamo i dati proveniente dall'esterno.



“Per tutte le nostre presunzioni sull'essere al centro dell'universo, noi viviamo in un comune pianeta di una monotona stella ficcata in un oscuro angolo... in una galassia ordinaria che è una di circa 100 miliardi di galassie... Questo è il fatto fondamentale dell'universo che abitiamo. Ed è un bene per noi arrivare a capirlo.”
-Carl Sagan

Step #24 - Una sintesi finale

Il termine attorno al quale ho sviluppato il mio blog è " Spazio ". Partendo dalla sua definizione etimologica  e dalla sua tradu...