"[...] non vede, che quell’albero, quella siepe, quella torre gli nasconde, e va errando in uno spazio immaginario, e si figura cose che non potrebbe, se la sua vista si estendesse da per tutto, perché il reale escluderebbe l’immaginario. Quindi il piacere ch’io provava sempre da fanciullo, e anche ora, nel vedere il cielo, ec. attraverso una finestra, una porta, una casa passatoia, come chiamano. Al contrario, la vastità e moltiplicità delle sensazioni diletta moltissimo l’anima."
La "teoria del piacere" leopardiana sostiene che l'uomo tende sempre a provare un desiderio infinito, non soddisfacibile con i piaceri finiti, e ciò provoca dolore nell'uomo. La ricerca dell'uomo avviene soprattutto con l'immaginazione, figurandosi piaceri inesistenti e infiniti, procurando speranza e felicità, fornite dalla Natura stessa, ma di fatto illusorie.
(Zibaldone pdf)
No comments:
Post a Comment